16/01/17
finché gli avversari saranno il giglio tragico di Renzi e le noccioline razziste di Salvini, i 5 Stelle potranno continuare a fare più o meno serenamente tutte le cazzate che vogliono.
I 5 Stelle non scendono nei consensi? Ecco perché
di Andrea Scanzi | 15 gennaio 2017
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Più informazioni su: Governo Gentiloni, Luigi di Maio, Matteo Renzi, Movimento 5 Stelle, PD, Sondaggi Elettorali
Andrea Scanzi
Giornalista e scrittore
Nonostante la figura invereconda con l’Alde, il M5S non scende nei consensi. Anzi. Il sondaggio di Pagnoncelli lo dava ieri al 30.9davanti al Pd (30.1%). I sondaggi valgono quel che valgono, ma il dato merita un’analisi.
1. Notizie come la figuraccia da citrulli con Verhofstasdt interessano i malati di politica, ma alla stragrande maggioranza degli elettori fregano un po’ meno di niente.
2. L’informazione canonica, che crivella a prescindere il M5S, non è più decisiva. Altrimenti, se lo fosse, il sì avrebbe vinto col 98%. Sin dal primo V-Day del 2007 funziona così: l’errore grillino diventa tragedia, il disastro piddino diventa facezia. Anno dopo anno, tale tendenza ha finito paradossalmente con il rafforzare i 5 Stelle. Un po’ perché agli under 30 della tivù non frega nulla e un po’ perché, se a parlare male dei grillini sono sempre i soliti Rondolino, ti viene voglia di votarli anche se li odi.
3. Lo dico da dieci anni, pressoché isolato: il consenso che sta attorno a Grillo, sin dai tempi di blog e Meet Up, non è estemporaneo ma duraturo. In altre parole: assai radicato. E non sarà certo una figuraccia ciclopica come quella in Parlamento Europeo a invertire la rotta. Chi vota M5S è, in un certo senso, all’ultima spiaggia. Dà un’ultima possibilità alla politica. Se saltano anche i 5 Stelle, quegli elettori non è che vanno al Pd o alla Lega: smettono di votare.
4. Anche per questo, se pure i 5 Stelle scendessero, non salirebbero né Renzi né Salvini. Soprattutto il primo, quanto di più distante dagli elettori 5 Stelle. Chi scriveva tre anni fa che Renzi avrebbe sabotato i grillini, delirava. Se i 5 Stelle scendono, sale l’astensione. Renzi è la polizza della vita dei grillini, che soffrirebbero di più – non troppo – se il Pd fosse a trazione Emiliano (o simili). Anche Salvini, quel che poteva prendere, lo ha già preso. Idem Meloni. Quanto a Berlusconi, incide sull’elettorato grillino come Vangioni nel Milan.
6. Roger Waters è Dio e Suso è Luce.
7. Il punto precedente non c’entra nulla, ma a scrivere solo di politica mi annoio come niente al mondo. Non so proprio come facciate a parlarne sempre. Che due palle.
8. Da anni si è radicalizzata una tendenza: meglio pasticcioni che disonesti. O se preferite: meglio il nuovo autentico, benché spesso fantozziano, del gattopardismo untuoso di Renzi. Un esempio: ieri le due notizie che più rimbalzavano in Rete erano i congiuntivi disattesi di Di Maio e la conferma di Del Sette al vertice dell’Arma dei Carabinieri. Ora: capite bene che c’è una sperequazione evidente di “dolo”. Di Maio non ne indovina una da mesi tra Pinochet, lobby, mail, Muraro e congiuntivi devastanti, però di lui puoi dire al massimo che ultimamente pare un mix tra Filini e il robot Zed della Carrà: un imbranato, non un disonesto. Dall’altra parte c’è un militare sotto inchiesta (con Lotti), tenuto lì come nulla fosse dal governo Gentiloni. Giusta o sbagliata che sia, la sensazione di molti è la seguente: meglio un nuovo imbranato ma un onesto di un (finto) nuovo smaliziato ma falso. E magari pure disonesto.
9. I 5 Stelle hanno un enorme problema di classe dirigente. Enorme. Se però dall’altra parte hai i Carbone e le Picierno, puoi permetterti di tutto. Persino un Sibilia.
10. No, un Sibilia no. Scherzavo. Sono un zuzzurellone.
11. So bene che “essere onesti” non dovrebbe essere un merito bensì una pre-condizione, ma questo accadrebbe in un paese sano. Non in un paese dove la politica è da decenni oltre ogni indecenza. Ed è qui che i 5 Stelle passano all’incasso.
12. L’indifferenza del renzismo di fronte alla Waterloo referendaria è un ulteriore regalo ai 5 Stelle. Se perdi e non solo non te ne vai, come avevano promesso Renzi e quell’altra, ma resti pure lì e insisti con gli Alfano & Lorenzin, difficile che poi i tuoi voti crescano.
13. Così, a margine: i 5 Stelle al governo non sono solo la Raggi, che comunque – per quanto a oggi assai deludente – governa una città disastrata da amministrazioni non certo grilline. I 5 Stelle al governo sono pure Pizzarotti (poi epurato: altro errore), Appendino e Nogarin. Non mi pare che stiano facendo male. Raccontare anche questo, in tivù, non sarebbe brutto.
14. Se l’informazione avesse fatto le pulci (ora vere e ora inventate) agli altri partiti come le fa ogni istante al Movimento 5 Stelle, il Movimento 5 Stelle non sarebbe mai nato. E Beppe Grillo farebbe ancora battute su Marisa Laurito e Jovanotti.
Concludendo: finché gli avversari saranno il giglio tragico di Renzi e le noccioline razziste di Salvini, i 5 Stelle potranno continuare a fare più o meno serenamente tutte le cazzate che vogliono.
(Il punto 5 mi stava sulle palle, così l’ho saltato)
15/01/17
renzi e Berlusconi matrimonio in vista,ma che schifo, chi dei due puzza di più?
http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/01/15/renzi-berlusconi-la-profonda-sintonia-ce-ancora-soprattutto-su-una-cosa-niente-elezioni-anticipate/3317484/
Renzi-Berlusconi, la “profonda sintonia” c’è ancora: addio voto anticipato
POLITICA
L'ex capo del governo: "Io non ho fretta, decidiamo quel che serve all'Italia". Il leader di Forza Italia: "Il Paese dev'essere governato e per la legge elettorale servirà tempo". Intanto il leader del Pd comincia a tessere una nuova trattativa: al posto del Mattarellum, un proporzionale con ballottaggio
di F. Q. | 15 gennaio 2017
Meravigliosa creatura,Mi tremano le parole, Amo la vita meravigliosa.
Molti mari e fiumi
Attraverserò,
Dentro la tua terra
Mi ritroverai.
Turbini e tempeste
Io cavalcherò ,
Volerò tra I fulmini
Per averti.
Meravigliosa creatura,
Sei sola al mondo,
Meravigliosa paura
Di averti accanto,
Occhi di sole
Bruciano in mezzo al cuore
Amo la vita meravigliosa.
Luce dei miei occhi,
Brilla su di me,
Voglio mille lune
Per accarezzarti.
Pendo dai tuoi sogni,
Veglio su di te.
Non svegliarti, non svegliarti ancora.
Attraverserò,
Dentro la tua terra
Mi ritroverai.
Turbini e tempeste
Io cavalcherò ,
Volerò tra I fulmini
Per averti.
Meravigliosa creatura,
Sei sola al mondo,
Meravigliosa paura
Di averti accanto,
Occhi di sole
Bruciano in mezzo al cuore
Amo la vita meravigliosa.
Luce dei miei occhi,
Brilla su di me,
Voglio mille lune
Per accarezzarti.
Pendo dai tuoi sogni,
Veglio su di te.
Non svegliarti, non svegliarti ancora.
Meravigliosa creatura,
Sei sola al mondo,
Meravigliosa paura
Di averti accanto.
Occhi di sole,
Mi tremano le parole,
Amo la vita meravigliosa.
Sei sola al mondo,
Meravigliosa paura
Di averti accanto.
Occhi di sole,
Mi tremano le parole,
Amo la vita meravigliosa.
Meravigliosa creatura,
Un bacio lento,
Meravigliosa paura
Di averti accanto.
All?improvviso
Tu scendi nel paradiso.
Muoio d'amore meraviglioso
Un bacio lento,
Meravigliosa paura
Di averti accanto.
All?improvviso
Tu scendi nel paradiso.
Muoio d'amore meraviglioso
Come si può definire l' aiuto alle banche? Una donazione forzosa fatta dal popolo a gente benestante.
- Come si può definire l' aiuto alle banche? Una donazione forzosa fatta dal popolo a gente benestante. #ChiedeteciScusa #MovimentOnesti
renzi per è un grillino,con lui vinciamo alla grande, ci fa vicere per forza
M5s, Renzi: “Sono un algoritmo non un partito”, Fico: “Bugia. Cerca di buttare fango. Pensi alle sue sconfitte”
POLITICA
Botta e risposta a distanza tra Matteo Renzi e Roberto Fico. L'ex premier intervistato da La Repubblica e il deputato pentastellato e presidente della commissione parlamentare di vigilanza, a colloquio con Maria Latella nel programma L'intervista di Sky Tg24, hanno "duellato" a distanza. Il presidente della commissione di vigilanza: "Rai Renzi cerca di buttare un po' di fango, meglio che guardi dentro casa sua, alle sue sconfitte"
http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/01/15/m5s-renzi-sono-un-algoritmo-non-un-partito-fico-bugia-cerca-di-buttare-fango-pensi-alle-sue-sconfitte/3317365/
http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/01/15/m5s-renzi-sono-un-algoritmo-non-un-partito-fico-bugia-cerca-di-buttare-fango-pensi-alle-sue-sconfitte/3317365/
di F. Q. | 15 gennaio 2017
lo sappiamo,ma li fanno venire apposta perchè noi non facciamo più figli come conigli e all'industria e ai potenti servono gli schiavi
A Padova, su 3600 richieste d'accoglienza presentate, la Commissione prefettizia ne ha ritenute idonee solo 100
ILGIORNALE.IT
Sogno o sondaggio? di Marco Travaglio Il Fatto Quotidiano, 15 gennaio 2017.
Sogno o sondaggio? di Marco Travaglio
Il Fatto Quotidiano, 15 gennaio 2017.
Il Fatto Quotidiano, 15 gennaio 2017.
Gentiloni dimesso dall’ospedale è un’ottima notizia. Il generale Del Sette non dimesso da comandante dei Carabinieri, sebbene indagato per rivelazione di segreto e favoreggiamento a chi avrebbe truccato il più grande appalto d’Europa, è una pessima notizia. E non perché indagato significhi colpevole, ma perché un capo delle forze dell’ordine dev’essere al di sopra di ogni sospetto; perché, a indagare su di lui sono i carabinieri del Noe suoi sottoposti; e soprattutto perché, se Del Sette volesse fare non il comandante, ma l’allievo carabiniere, si vedrebbe respingere la domanda visto che l’Arma esclude chi, pur incensurato, non dimostri una “condotta incensurabile”. Dunque il governo Gentiloni stabilisce standard di trasparenza più blandi per comandare i Carabinieri che per arruolarvisi: per ricevere ordini non devi essere sospetto, per darli sì. Chissà che questo simpatico paradosso non abbia a che fare con quest’altra notizia.
Dopo una settimana trascorsa a leggere che l’intera Europa – non il gruppo Alde – ha buttato fuori il M5S (Repubblica: “Ue, porte chiuse a Grillo”, “La Waterloo dei 5Stelle”; Messaggero:“Grillo, lo schiaffo dell’Europa”), che “la Procura stringe la morsa sul Campidoglio” con “un’indagine ad altissimo rischio” e “dagli effetti dirompenti per la tenuta del governo pentastellato”(Rep), che “la base M5S è in rivolta” e “i grillini hanno una gran voglia di suicidarsi” (Libero), “M5S, ora è rivolta contro Casaleggio”, insomma è tutta un’“ira”, una “rabbia”, una “pazza diaspora” (Rep), e da Palermo a Bruxelles è una biblica “f ug a dei candidati M5S” (Rep), una “grande fuga dal M5S” (Mess) che “perde i pezzi” e non è neppure un movimento, ma “la setta dell’altrove”, ovviamente “antico stituzionale”, senza “sostanza, qualità e significato politico”, “nessuna discussione (e la perenne “rivolta”?, ndr), nessun dibattito, nessuna passione” (Rep), una banda di “dilettanti” ignoranti da “mandare a scuola” (la fu Unità), e poi c’è Virginia Raggi colpevole di nuovi peccati capitali: non “mostra” né ci “fa leggere la sua chat” privata con Frongia, Romeo e Marra (Rep e Mess), lascia “le scuole al gelo” (Mess e Rep), “non riesce a riscaldarle” (l’Unità, parlandone da viva), anche quelle di competenza della Città metropolitana, e ha avuto un “venerdì nero” col “tronco d’albero che sfonda il parabrezza: grave una donna” (Cor), senza contare il congiuntivo sbagliato da Di Maio e l’invasione di cavallette prossima ventura...
Ecco: dopo un’altra settimanella così, sempre all’insegna della libera informazione contro le post verità del putrido Web, si scopre dal Corriere che “il caso Ue non scalfisce M5S: più voti e torna primo partito”. Così come non l’avevano scalfito la presunta “svolta garantista” e “salva-Raggi” del Codice etico, né la supposta “svolta lepenista e trumpista” sulle espulsioni dei migranti irregolari (previste dalle leggi di tutt’Europa, infatti il nostro governo lepenista e trumpiano vuole raddoppiarle). Cioè quei baluba dei 5Stelle nel caos, nella bufera, nell’ira, in rivolta, in rotta, in bancarotta, in fuga da Palermo e da Bruxelles, anzi da Waterloo perdono i pezzi ma non i voti: Nando Pagnoncelli li dà in crescita dello 0,9% in un mese, di nuovo sopra al Pd che perde lo 0,2 rispetto a metà dicembre, quando li superò dopo le dimissioni dell’asse ssora Muraro e l’arresto del dirigente Marra. E ora tutti a domandarsi, affranti, com’è potuto accadere e cosa bisogna fare di più per affossare un movimento che, come Ercolino Sempreinpiedi, che più lo buttavi giù e più tornava su.
I sondaggi valgono per la tendenza che segnalano, non per gli zero virgola: il sorpasso sul Pd potrebbe poi essere contraddetto nelle urne. E comunque il consenso non cancella le lacune né sana gli errori, che sono tanti e spesso gravi molto più degli scandali (alcuni seri, molti lievi, parecchi inventati). Ciò premesso, a mio modesto avviso (a pag. 8 trovate altri pareri), il sondaggio si spiega così.
1) In tempi di crisi sociale galoppante, sull’ambiguità e incoerenza del M5S fanno premio proposte come il reddito di cittadinanza o dimezzare gli stipendi dei parlamentari, che paiono molto più utili ed eque del Jobs Act e della riforma costituzionale.
2) I 5 Stelle si ostinano a non rubare, infatti nessuna loro giunta è accusata di corruzione, concussione, peculato. Così, appena si deposita la polvere dei loro scandali, la gente tira le somme: i grillini magari sono incapaci, ma almeno non rubano; gli “altri”, tutt’e due le cose.
3) I 5Stelle, prima di candidare o nominare qualcuno, chiedono la fedina penale pulita e spesso – vedi la Raggi – addirittura il “335” (la dichiarazione della Procura di nessuna indagine in corso): se uno è indagato, non lo candidano o nominano; per gli eletti e i nominati indagati dopo, valutano i fatti e decidono in base a quelli. Gli “altri” cacciano solo quelli scaricabili (Marino, Lupi, Guidi), mentre per gli amici (Lotti, Del Sette, De Luca & C.) vale la presunzione d’innocenza fino alla Cassazione: campa cavallo.
4) Come dice Zagrebelsky, i media usano due pesi e due misure e “non perdonano ai 5Stelle ciò che perdonano agli altri”. La lapidazione quotidiana della Raggi e di chiunque le si avvicini è così forsennato da apparire sproporzionato ai suoi errori e inadeguatezze. Se un centesimo di questa severità fosse applicato agli altri partiti, si salverebbero in pochi. E se fosse stato applicato ad altri sindaci, Roma non sarebbe al disastro e, forse la Raggi non sarebbe neppure sindaco. Anzi, forse i 5Stelle non esisterebbero proprio.
14/01/17
MAURIZIO CROZZA SUL NOVE DA MARZO
MAURIZIO CROZZA SUL NOVE DA MARZO
Maurizio Crozza rispunta a primavera. Dopo aver concluso la sua decennale esperienza a La7, il comico genovese si prepara ad approdare sul canale Nove con un nuovo show di satira politica e sociale. Al momento, il suo debutto a Discovery è atteso per il mese di marzo prossimo (e non per l’inizio del 2017 come si pensava inizialmente), rigorosamente in prima serata.
Stando a quanto apprendiamo, sul Nove dovremmo trovare Crozza nel prime time del venerdì, serata che anche La7 aveva tradizionalmente riservato al comico. Così, al termine della settimana, l’artista avrà ancora la possibilità di affrontare a modo suo le principali notizie di politica e d’attualità. E, proprio come avveniva sulla rete terzopolista, anche su Discovery il popolare imitatore avrà a disposizione una prima serata ‘corta’, dalle 21.15 alle 22.35. Una formula, questa, che si è rivelata funzionale ai tempi comici del suo show.
Il titolo del programma è ancora in via di definizione e non trapela ancora nulla sulla sua struttura. Come se la caverà il comico sul canale che ha accolto di recente (senza successo) i compagni di scuderia Fabio Volo e Roberto Saviano? E il pubblico come reagirà al cambio di casacca? Per il canale Nove, lo show di Crozza dovrebbe essere il “programma bandiera” tale da dare uno scossone ad un palinsesto che finora nel complesso non ha mai convinto nè per ascolti nè per contenuti (qui gli ascolti di novembre 2016).
Intanto, resta da capire se l’artista continuerà la sua collaborazione con diMartedì, il talk show di La7 condotto dall’amico Giovanni Floris. Nell’ultima puntata prima della pausa natalizia, il comico aveva salutato il pubblico dell’approfondimento politico così: “Noi ci rivediamo, ci rivediamo… non so nemmeno se ci rivediamo”, riferendosi implicitamente al suo imminente passaggio al canale Nove e alla possibilità di mantenere comunque la sua copertina satirica a diMartedì.
Un sorriso di Floris in reazione a quelle parole aveva però lasciato ben sperare i fan di Crozza.
succede solo in italia, solo nei paesi fascisti,Inchiesta Consip, il governo proroga l’incarico a Del Sette. Il comandante dei carabinieri è indagato
http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/01/14/inchiesta-consip-il-governo-proroga-lincarico-al-comandante-dei-carabinieri-del-sette/3316220/
Inchiesta Consip, il governo proroga l’incarico a Del Sette. Il comandante dei carabinieri è indagato
POLITICA
Il capo dell'Arma è accusato di favoreggiamento e rivelazione del segreto d'ufficio nell'indagine sui presunti appalti truccati della società pubblica. Nello stesso filone è coinvolto anche il ministro dello Sport Lotti
Sondaggi, il caso Alde non danneggia il M5s: primo partito con il 30,9%
http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/01/14/sondaggi-il-caso-alde-non-danneggia-il-m5s-primo-partito-con-il-309/3316505/
Sondaggi, il caso Alde non danneggia il M5s: primo partito con il 30,9%
POLITICA
Il Pd a seguire con il 30,1%. Staccati di quasi 20 punti Lega e Forza Italia, che si attestano al 12,5 e al 12,4%. Ancora negativo il giudizio sul governo Gentiloni che però comincia a guadagnare qualche consenso. Il 40% degli interpellati chiede elezioni il prima possibile dopo la sentenza sull'Italicum
di F. Q. | 14 gennaio 2017
agli elettori del m5s non frega niente della propaganda negativa ti tv e giornali,non sono fessi
Partiti: nonostante il caso Farage e Ue e le posizioni di Grillo degli ultimi giorni "il M5S fa registrare un aumento (+0,9) negli orientamenti di voto rispetto a dicembre attestandosi al 30,9% e riportandosi in testa sul Pd che si mantiene stabile (30,3%, in flessione di 0,2). L’elettorato pentastellato appare tetragono, insensibile alle vicende che riguardano il Movimento. Il caso europeo, ad esempio, è stato seguito in dettaglio o sui fatti principali dal 45% degli elettori e solo l’8% ritiene che il M5S perderà consenso e non riuscirà a recuperarlo, per il 27% lo recupererà con fatica, mentre il 40% (71% tra gli elettori grillini) non prevede una perdita di consenso (14%) o immagina un recupero a breve, come già avvenuto in passato (26%)".
Sondaggio Corsera, M5s primo partito nonostante il caso Ue. Più fiducia nel governo GentiloniSondaggio Corsera,
Che schifo!!!
Che schifo!!!
Mauro Masi, l'ex dg Rai a capo della Consap, ha girato almeno cinque incarichi a Tiziana Miceli, la consorte di Angelino. Andrea Gemma, avvocato dell'Ncd e fedelissimo di Alfano piazzato all'Eni, ha vinto un bando da 630 mila euro. Ecco la rete di interessi del titolare dell'Interno. Che replica: "Mistificazioni". Ma non smentisce
Marco Travaglio ..Notizie-bomba, a grappolo 1) La Procura di Napoli indaga sul più grande appalto d’Europa, roba da 2,7 miliardi, bandito dalla Consip (al 100% del Tesoro, cioè dal governo) e truccato per favorire in tre lotti l’imprenditore Alfredo Romeo
Marco Travaglio
..Notizie-bomba, a grappolo
1) La Procura di Napoli indaga sul più grande appalto d’Europa, roba da 2,7 miliardi, bandito dalla Consip (al 100% del Tesoro, cioè dal governo) e truccato per favorire in tre lotti l’imprenditore Alfredo Romeo, finanziatore di molti politici tra cui Matteo Renzi.
2) L’inchiesta, come ha scritto a novembre La Verità, mai smentita, preoccupa molto Tiziano Renzi, informato da chissà chi su intercettazioni a proposito di un suo incontro a Napoli con Romeo. Papà Renzi ne avrebbe parlato con pochi amici in un bosco di Rignano, dopo avere spento il cellulare.
3) L’inchiesta, in teoria top secret, è un segreto di Pulcinella: i vertici Consip hanno saputo da chissà chi che gli uffici sono pieni di cimici e li hanno fatti bonificare per toglierle, rovinando l’indagine.
4) Gli inquirenti hanno interrogato l’ad di Consip, il renziano Luigi Marroni, che ha fatto i nomi delle presunte talpe: il comandante dell’Arma Tullio Del Sette, il capo dei carabinieri toscani Emanuele Saltalamacchia, il ministro renziano allo Sport Luca Lotti, il presidente renziano di Publiacqua (la municipalizzata idrica di Firenze e dintorni) Filippo Vannoni.
5) Vannoni – ma questo lo scopriremo qualche giorno dopo – ha rivelato ai pm che fu Lotti a parlargli dell’inchiesta Consip e che anche Renzi sapeva tutto. Con gli occhi sgranati, mi faccio ripetere due o tre volte la storia, che si annuncia come il più grave scandalo di Stato degli ultimi anni, e decido di dedicarle grande spazio in prima pagina per diversi giorni. Domani, mi dico ingenuamente, tutti i giornali e i tg riprenderanno la notizia e qualche testa salterà. Tutti i principali protagonisti della storia, infatti, sono legati a filo doppio a Renzi: il padre Tiziano, il finanziatore Romeo, il fido Lotti, il gen. Del Sette nominato dal governo Renzi, Marroni nominato a Consip dal governo Renzi, Vannoni nominato a Publiacqua dal sindaco di Firenze Renzi.
Delle due l’una: o sono impazziti tutti quanti e han cominciato a calunniarsi fra loro, dunque gli accusatori verranno querelati per calunnia dagli accusati e rimossi dai loro incarichi pubblici; oppure, messi alle strette dai pm con l’obbligo di dire la verità, l’hanno detta, dunque gli accusati di dimetteranno.
Nulla di tutto questo.
Telegiornaloni e giornaloni miniaturizzano lo scoop del Fatto.
Ma spacciano l’indagine per un assedio delle Procure ai poveri renziani sconfitti al referendum.
Poi la Procura di Roma li leva d’impaccio: interroga subito Del Sette e Lotti, a gentile richiesta: così la notizia non è più l’oggetto dell’indagine, ma il generalone e il ministrone che, intrepidi e sereni (mancherebbe), “chiariscono tutto”.
A fine anno domandiamo al premier Paolo Gentiloni come possa lasciare al vertice di Consip un potenziale calunniatore o, in alternativa, tenersi nel governo e alla guida dell’Arma due potenziali delinquenti. Lui biascica che ha fiducia nella giustizia e anche in tutti e tre (anche se si accusano a vicenda). E morta lì. L’altro giorno il nostro Davide Vecchi pubblica il verbale, non segretato, di Lotti. Il quale racconta una storia davvero avvincente: il 21 dicembre, alle 6.30 del mattino, il neoministro è alla stazione di Firenze in partenza per Roma e chi ti incontra “casualmente”? Vannoni, in partenza per Napoli. I due sono amiconi, ma non si vedono “da sei mesi”. E Vannoni mica dice a Lotti dove sta andando, cioè a Napoli per essere sentito sulla fuga di notizie: ci mancherebbe, è un tipo riservato, anche se sulla sua convocazione come teste non c’è alcun segreto investigativo. Nel pomeriggio Lotti incontra Vannoni in un corridoio di Palazzo Chigi. Guarda un po’, alle volte, le combinazioni: non ti vedi per sei mesi e poi ti vedi due volte in un giorno. Vannoni è lì per dirgli non solo ciò che non gli ha detto al mattino. Ma pure per spifferargli, tutto contrito, il contenuto del suo interrogatorio, che a differenza del resto è coperto da segreto, ed è stato pure segretato dai pm a fine verbale.
“Imbarazzato e concitato – racconta Lotti ai pm – Vannoni mi ha informato di aver riferito a Woodcock di aver ricevuto da me informazioni riguardo all’esistenza di indagini su Consip; alle mie rimostranze circa la falsità di quanto aveva affermato, lui ha ammesso di aver mentito e si è scusato in modo imbarazzato, ottenendo una mia reazione stizzita, tanto da avergli io detto ‘non ti do una testata per rispetto del luogo nel quale siamo’”.
Dopo aver minacciato un testimone che ha appena violato il segreto investigativo (sempre per rispetto del luogo in cui siamo), il ministro dovrebbe precipitarsi in Procura a denunciare l’amico per calunnia e intimare al sindaco Dario Nardella di rimuovere l’ennesimo calunniatore dal vertice di Publiacqua. Invece sta fermo e zitto due giorni, finché sul Fatto esce la notizia che è indagato. Allora scrive su Facebook che la notizia “non esiste” e chiede udienza ai pm perché la notizia esiste.
Telegiornaloni e giornaloni non dedicano una riga al verbale di Lotti e nemmeno alla notizia (nota anche all’Ansa) del summit tra le procure di Napoli e Roma per dividersi le indagini su un ministro, sull’entourage di Renzi, sui vertici dell’Arma e di Consip per l’appalto più grande d’Europa.
Delle due l’una: o siamo matti noi del Fatto, oppure sono matti (o qualcos’altro) tutti gli altri.
Nel secondo caso, per la perizia psichiatrica non basteranno tutti gli ospedali d’Italia. Nel primo caso, è ufficiale: Ruby è la nipote di Mubarak."!
(M. Travaglio)
..Notizie-bomba, a grappolo
1) La Procura di Napoli indaga sul più grande appalto d’Europa, roba da 2,7 miliardi, bandito dalla Consip (al 100% del Tesoro, cioè dal governo) e truccato per favorire in tre lotti l’imprenditore Alfredo Romeo, finanziatore di molti politici tra cui Matteo Renzi.
2) L’inchiesta, come ha scritto a novembre La Verità, mai smentita, preoccupa molto Tiziano Renzi, informato da chissà chi su intercettazioni a proposito di un suo incontro a Napoli con Romeo. Papà Renzi ne avrebbe parlato con pochi amici in un bosco di Rignano, dopo avere spento il cellulare.
3) L’inchiesta, in teoria top secret, è un segreto di Pulcinella: i vertici Consip hanno saputo da chissà chi che gli uffici sono pieni di cimici e li hanno fatti bonificare per toglierle, rovinando l’indagine.
4) Gli inquirenti hanno interrogato l’ad di Consip, il renziano Luigi Marroni, che ha fatto i nomi delle presunte talpe: il comandante dell’Arma Tullio Del Sette, il capo dei carabinieri toscani Emanuele Saltalamacchia, il ministro renziano allo Sport Luca Lotti, il presidente renziano di Publiacqua (la municipalizzata idrica di Firenze e dintorni) Filippo Vannoni.
5) Vannoni – ma questo lo scopriremo qualche giorno dopo – ha rivelato ai pm che fu Lotti a parlargli dell’inchiesta Consip e che anche Renzi sapeva tutto. Con gli occhi sgranati, mi faccio ripetere due o tre volte la storia, che si annuncia come il più grave scandalo di Stato degli ultimi anni, e decido di dedicarle grande spazio in prima pagina per diversi giorni. Domani, mi dico ingenuamente, tutti i giornali e i tg riprenderanno la notizia e qualche testa salterà. Tutti i principali protagonisti della storia, infatti, sono legati a filo doppio a Renzi: il padre Tiziano, il finanziatore Romeo, il fido Lotti, il gen. Del Sette nominato dal governo Renzi, Marroni nominato a Consip dal governo Renzi, Vannoni nominato a Publiacqua dal sindaco di Firenze Renzi.
Delle due l’una: o sono impazziti tutti quanti e han cominciato a calunniarsi fra loro, dunque gli accusatori verranno querelati per calunnia dagli accusati e rimossi dai loro incarichi pubblici; oppure, messi alle strette dai pm con l’obbligo di dire la verità, l’hanno detta, dunque gli accusati di dimetteranno.
Nulla di tutto questo.
Telegiornaloni e giornaloni miniaturizzano lo scoop del Fatto.
Ma spacciano l’indagine per un assedio delle Procure ai poveri renziani sconfitti al referendum.
Poi la Procura di Roma li leva d’impaccio: interroga subito Del Sette e Lotti, a gentile richiesta: così la notizia non è più l’oggetto dell’indagine, ma il generalone e il ministrone che, intrepidi e sereni (mancherebbe), “chiariscono tutto”.
A fine anno domandiamo al premier Paolo Gentiloni come possa lasciare al vertice di Consip un potenziale calunniatore o, in alternativa, tenersi nel governo e alla guida dell’Arma due potenziali delinquenti. Lui biascica che ha fiducia nella giustizia e anche in tutti e tre (anche se si accusano a vicenda). E morta lì. L’altro giorno il nostro Davide Vecchi pubblica il verbale, non segretato, di Lotti. Il quale racconta una storia davvero avvincente: il 21 dicembre, alle 6.30 del mattino, il neoministro è alla stazione di Firenze in partenza per Roma e chi ti incontra “casualmente”? Vannoni, in partenza per Napoli. I due sono amiconi, ma non si vedono “da sei mesi”. E Vannoni mica dice a Lotti dove sta andando, cioè a Napoli per essere sentito sulla fuga di notizie: ci mancherebbe, è un tipo riservato, anche se sulla sua convocazione come teste non c’è alcun segreto investigativo. Nel pomeriggio Lotti incontra Vannoni in un corridoio di Palazzo Chigi. Guarda un po’, alle volte, le combinazioni: non ti vedi per sei mesi e poi ti vedi due volte in un giorno. Vannoni è lì per dirgli non solo ciò che non gli ha detto al mattino. Ma pure per spifferargli, tutto contrito, il contenuto del suo interrogatorio, che a differenza del resto è coperto da segreto, ed è stato pure segretato dai pm a fine verbale.
“Imbarazzato e concitato – racconta Lotti ai pm – Vannoni mi ha informato di aver riferito a Woodcock di aver ricevuto da me informazioni riguardo all’esistenza di indagini su Consip; alle mie rimostranze circa la falsità di quanto aveva affermato, lui ha ammesso di aver mentito e si è scusato in modo imbarazzato, ottenendo una mia reazione stizzita, tanto da avergli io detto ‘non ti do una testata per rispetto del luogo nel quale siamo’”.
Dopo aver minacciato un testimone che ha appena violato il segreto investigativo (sempre per rispetto del luogo in cui siamo), il ministro dovrebbe precipitarsi in Procura a denunciare l’amico per calunnia e intimare al sindaco Dario Nardella di rimuovere l’ennesimo calunniatore dal vertice di Publiacqua. Invece sta fermo e zitto due giorni, finché sul Fatto esce la notizia che è indagato. Allora scrive su Facebook che la notizia “non esiste” e chiede udienza ai pm perché la notizia esiste.
Telegiornaloni e giornaloni non dedicano una riga al verbale di Lotti e nemmeno alla notizia (nota anche all’Ansa) del summit tra le procure di Napoli e Roma per dividersi le indagini su un ministro, sull’entourage di Renzi, sui vertici dell’Arma e di Consip per l’appalto più grande d’Europa.
Delle due l’una: o siamo matti noi del Fatto, oppure sono matti (o qualcos’altro) tutti gli altri.
Nel secondo caso, per la perizia psichiatrica non basteranno tutti gli ospedali d’Italia. Nel primo caso, è ufficiale: Ruby è la nipote di Mubarak."!
(M. Travaglio)
#Mobilità sostenibile, dal 16 gennaio le biciclette si potranno portare a bordo di 16 linee #Atac di bus e tram http://www.comune.roma
Mobilità sostenibile, da gennaio le bici su bus e tram
Dal 16 gennaio si potranno portare le biciclette a bordo di 16 linee Atac (bus e tram). Ne dà notizia il Campidoglio in una nota, riportando il commento dell’assessora Linda Meleo (Città in Movimento).
“Utilizzare liberamente in città le due ruote. Questo per noi è mobilità sostenibile”, afferma Meleo. “Crediamo che il trasporto intermodale sia una pratica sempre più da incentivare. L’obiettivo, come già detto più volte, è far diventare Roma una Capitale sempre più in movimento”.
“Per questo”, conclude l’assessora, “dal 2017 spazio alle biciclette sul trasporto pubblico, a bordo di bus e tram di 16 linee. Siamo al lavoro per far sì che quest’iniziativa divenga possibile su un numero sempre maggiore di mezzi del trasporto pubblico”.
Queste le linee che dal 16 gennaio ospiteranno a bordo le biciclette: 2-3-5-8-14-19-83-118-120F-180F-412-673-715-772-791-911.
29 DIC 2016 – PV
AGG 3 GEN 2016 - RED
#Mobilità sostenibile, dal 16 gennaio le biciclette si potranno portare a bordo di 16 linee #Atac di bus e tram http://www.comune.roma.it/pcr/it/newsview.page?contentId=NEW1320152 …
lo dovrebbero fare anche sui treni in tutto il territorio nazionale, allora si che userei il treno e non l'auto,vedi vai a brescia, scarichi la bici,giri,fai i tuoi affari e poi ritorni in treno,arrivata non devi aspettare pullman e coincidenze, prendi la bici e torni a casa
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